Il giorno dopo il mio arrivo a NY, mi reco al Javits Center per recuperare i miei badge per l'accesso al ComiCon, che avrebbe aperto i battenti il giorno dopo.
Faccio il giro lungo. Arrivo fino alla fine di Madison Avenue, punto bruscamente verso l'Hudson, lo risalgo. Incappo nella Uss Intrepid, me la visito a modino, esco, risalgo (oddio, riscendo, guardando la cartina) in cerca del Javits Center che dovrebbe essere nelle vicinanze. A un tratto, noto qualcosa che mi dice che sono arrivato:
E' un po' come tornare ai tempi della Lucca nel palazzetto, se non fosse per il fatto che qui, solo l'atrio è grande quanto il palazzetto.
L'ingresso del Javits Center
Arrivo al bancone delle biglietterie. Ho la stampata della prenotazione in mano, che certifica l'acquisto dei quattro giornalieri e la maglietta e la spilletta ufficiale. Vado allo sportello accrediti e mi reindirizzano alla biglietteria normale. C'è la fila. Ma ho notato che negli Stati Uniti le file si fanno abbastanza celermente, forse grazie al fatto che le persone si dispongono abbastanza rigorosamente in fila indiana e forse perché c'è la figura dello "smistatore di gente", colui che ti indirizza verso lo sportello libero. C'è per i taxi, per gli accessi ai musei, per qualsiasi evento richieda afflusso di persone. "Che lavoro fai, tu?" "Smisto la gente!" "Fico."
Alle spalle della biglietteria, si percepisce l'attività frenetica di chi sta allestendo e attrezzando gli stand. Da "addetto ai lavori", comprendo bene cosa significano quei rumori di avvitatori, di martelli, quel via vai di pallet con scatoloni chiusi. E' uno dei momenti più faticosi e forse più belli di ogni manifestazione. Qualcosa sta per nascere e si spera porti buoni frutti.
Alla biglietteria guardano con aria perplessa la mia stampatina. Poi guardano me. Nemmeno alla dogana mi hanno guardato così. "Ecco, stai a vedere che dovevo fare chissà quale procedura o altro, che era indicato chissà dove", penso. Invece no. Mi sorridono, pescano a piene mani da alcuni scatoloni aperti, mi dicono che la maglietta e la spilletta la posso prendere il giorno dopo allo stand ufficiale della manifestazione e "thank you, sir!".
Prendo i miei preziosi badge e esco dal Javits e caracollo felice verso l'Empire State Building.
Il mio tesssorooo...
Adesso non vi farò la cronaca giorno per giorno, tanto potete immaginare benissimo come si svolge una manifestazione del genere. Un casino, insomma.
Comunque, il primo giorno, completamente dimentico degli orari che avevo letto sul sito, mi reco la mattina intorno alle 9,30 in fiera. Al varco (Weapons e Bags Check!) mi guardano un po' perplessi. Riesco a capire che quella è l'entrata per i dotati di pass e che devo ritornare alle 12, all'entrata predisposta per i comuni mortali, nell'area appena fuori dove fanno manovra i tir durante i giorni normali.
E così faccio.
entrata per passdotati o vips.
entrata per comuni mortali
Verso le 12, mi reco alle porte. c'è già una certa folla. Incominciano a muoversi gli smistatori di gente, che incominciano a impartire disposizioni. La fauna è la tipica di queste occasioni. Noto un Indiana Jones di origini indiane molto paffutello, una Susan Storm di colore, molto paffutella. Incurante del fuso orario (vabbè tanto in Italia è pomeriggio) chiamo subito il mio amico Massimiliano, che mi ammorba con i cosplayer americani dai costumi strafighi e quanto sono gnocche le ragazze, per dirgli che quelli che vedo qui sono peggio dei nostri con gli orli scuciti e fisici... NO, WAIT!
Lui ho dovuto fotografarlo per forza. Lei, vi assicuro, nella foto non rende.
Alle 12 precise, si aprono i cancelli. La gente attraversa i varchi, dove il personale controlla le borse, ti passa il badge sotto un tablet per verificarne la validità, i cani antidroga, con la pettorina K9 Unit- Do Not Pet, ti fiutano e ci si avvia tutti festanti verso l'entrata.
Sembra quasi fatta...
Sembra quasi fatta, ma ci fanno deviare nel parcheggio seminterrato. Uno di quelli enormi, come solo negli States possono esistere. Qui hanno preparato delle serpentine larghe circa tre metri per tutta la lunghezza di quest'area immensa. Gli smistatori di gente incominciano a somigliare paurosamente a degli istruttori dei Marines. Urlano "MOVE! MOVE!" e "FILL THE GAPS!" qualcuno perfino corre, con il suo smistatore di gente personale che lo incita. Una volta riempita la prima corsia, la sbarrano e fanno riempire l'altra, e via dicendo. Fino a quando la situazione non diventa QUESTA.
Io non capisco. Intorno a me, la gente si siede, accende i tablet, tira fuori le Magic e inizia a giocare. Qualcuno si sdraia e INIZIA A FARSI UNA PENNICA. Un'ora dopo, a parcheggione completo, incomincia a venirmi un dubbio (si, lo so, sono un po' tardo). Chiedo. Il Comicon apre alle 15.00! Il fatto è che il Javits Center è situato sulla strada. Su una Avenue, dove ad asfaltarti è un attimo. Quindi per evitare problemi al traffico, il primo giorno adottano questa soluzione. Addirittura, nei giorni seguenti, le felpine dello staff smistano le persone che hanno già i biglietti da due isolati prima, in maniera da avere agli ingressi già le file ben ordinate. Una coda di due isolati, tre, si passa in un quarto d'ora circa.
Alle tre, finalmente siamo dentro.
Entro, chiedo a un ragazzo dello staff dove posso prendere maglietta e spilletta. Mi fa uscire dall'atrio principale, smarcando il badge per l'uscita (a tot accessi devono corrispondere tot uscite. si struscia il badge per ogni entrata o uscita. Quando la siae lo impose a Lucca, apriti cielo. Qui non gliene frega niente a nessuno). Faccio la coda alla biglietteria. Arrivo allo sportello. Mi guardano come fossi un imbecille e mi dicono di andare allo stand ufficiale della manifestazione. Ma non posso rientrare da lì, che è l'entrata per i possessori di pass. Esco dal Javits, ripercorro di nuovo l'avenue, rientro nel parcheggio, rifacendo la fila per entrare (benedetti siano gli smistatori di gente). Entro di nuovo al Javits. Il tipo dello staff non c'era più. Ma sappi che non ti ho voluto proprio bene. Trovo nel gran casino uno degli stand ufficiali della manifestazione, mi guardano la stampatina del giorno prima, la ritirano e mi consegnano l'agognata maglietta e la spilletta. Trotterello finalmente libero nel cuore della manifestazione.
Entro, chiedo a un ragazzo dello staff dove posso prendere maglietta e spilletta. Mi fa uscire dall'atrio principale, smarcando il badge per l'uscita (a tot accessi devono corrispondere tot uscite. si struscia il badge per ogni entrata o uscita. Quando la siae lo impose a Lucca, apriti cielo. Qui non gliene frega niente a nessuno). Faccio la coda alla biglietteria. Arrivo allo sportello. Mi guardano come fossi un imbecille e mi dicono di andare allo stand ufficiale della manifestazione. Ma non posso rientrare da lì, che è l'entrata per i possessori di pass. Esco dal Javits, ripercorro di nuovo l'avenue, rientro nel parcheggio, rifacendo la fila per entrare (benedetti siano gli smistatori di gente). Entro di nuovo al Javits. Il tipo dello staff non c'era più. Ma sappi che non ti ho voluto proprio bene. Trovo nel gran casino uno degli stand ufficiali della manifestazione, mi guardano la stampatina del giorno prima, la ritirano e mi consegnano l'agognata maglietta e la spilletta. Trotterello finalmente libero nel cuore della manifestazione.
Il ComiCon è una manifestazione di primo livello. Con molte risorse. Gli organizzatori da un paio di anni sono gli stessi del San Diego. Tra gli sponsor:
ma soprattutto:
Adesso però vorrei fare un discorso da addetto ai lavori. Spesso quando sento le critiche portate a Lucca Comics (parlo di Lucca perché è la realta che conosco meglio, ma il discorso potrebbe valere per qualsiasi manifestazione di altro livello italiana o europea), spesso si fanno paragoni azzardati con San Diego e tra un po' si faranno anche con il NYCC. Partiamo da un presupposto. Il modo di intendere una manifestazione del genere in Europa e negli States sono completamente diversi. Negli Stati Uniti sono eventi assolutamente commerciali. Non esistono mostre espositive, non esistono tavole rotonde, non esistono approfondimenti e persino gli showcase non sono per tutti. Se ci fossero, state tranquilli che vi farebbero pagare un extra sul biglietto. Che per inciso, non è che costi poco. 30 dolla amole lungo lungo per la prima mezza giornata, 40 dolla il venerdì, 50 il sabato, 40 la domenica. Se fate l'abbonamento, non solo NON pagate di meno, ma potrete COMPRARE la maglietta e la spilletta real ufficial della manifestazione.
Molti degli incontri hanno valenza commerciale: La prossima stagione del telefilm xxx avrà questa caratteristica, mi raccomando vedetelo!
Per i puristi del fumetto, fate caso al fatto che qui nemmeno nel logo si parla di fumetto, se non nel font e nella parola Comic. Il resto è più un'ovazione a ciò che è New York.
Un buon 60% per cento della manifestazione è occupato da videogames, il restante 40% è diviso tra editori e fumetterie/gadget e altro.
Non sono riuscito a capire se gli editori fanno sessioni di scouting. Essendo lì per vendere, i ragazzi ai vari stand mi hanno tutti risposto di mandare l'eventuale portfolio per email. Ma forse, non sono stato attento io.
Naturalmente, è il paradiso dei nerd e vi conviene tenere a freno la carta di credito.
e fanno cose buffe tipo questa:
Stavo facendo considerazioni di questo tipo, quando ho visto lei:
e mi sono dimenticato... che dicevo? ah. Sì. Al ComiCon potrete incontrare le vostre star preferite. Quest'anno, tra gli altri, c'erano Sigourney Weaver, Stallone, Hulk Hogan (che aveva l'intrattenitore di gente in coda), Molder e Scully (proprio loro), sempre che ve la sentiate di affrontare questo:
ma soprattutto se ve la sentite di pagare: 70 (il prezzo può variare) dollari cash per una firma su un qualsiasi foglio che portate voi. Se volete l'autografo su una foto di quelle a disposizione, aggiungetene altri 5. Se volete anche la dedica (incontentabili), buttatene altri 20.
Funziona così. All'inizio arriverete ad un banchetto. Una maitresse vi chiederà che prestazione volete e vi rilascerà un tagliando colorato a seconda della prestazione richiesta. Sborsata la somma (le star non toccano il vil denaro), farete la vostra coda. E' assolutamente vietato fotografare e...
...dicevamo?!? Ah, si. vi fate la coda. alla fine, un'altra maitresse vi fa attendere mentre quello prima di voi
finisce di farsi fare l'autografo. Ritira il tagliando e con uno sguardo d'intesa con la star vi fa accomodare. A questo punto siete voi e il vostro idolo. Egli vi dirà due o, se siete fortunati, ben tre parole di circostanza, mentre vi firma quello che avete portato. Dopo di che sentirete:"Next!" et voilà. Il gioco è fatto.
Se non vi è bastata, potete andare all'Artist Alley. Qui ci sono tutti i disegnatori che volete. Da gente assolutamente sconosciuta ai massimi calibri. Anche qui si paga cash. Ogni disegnatore ha il suo tariffario e in genere, ovviamente, più il disegnatore è di grido, più il tariffario è alto. Anche qui, se ve la sentite di affrontare questo:
Lui non c'entra nulla. ma la sua vista mi ha procurato disturbi del sonno per due giorni.
Un'esperienza che voglio condividere con voi.
Insomma un gioioso mercatone. Ma non paragonabile alle mostre europee e, se proprio dobbiamo, le mostre europee ne uscirebbero a testa alta alla grande. Ricordiamo che noi ridiamo e scherziamo, ma lì fuori c'è gente a cui piace questo:
o cose del genere (se comprate il suo profumo e venite estratti... che culo, eh?!? :) )
Come avete potuto notare, tantissimi cosplayer anche qui (che, per quanto mi riguarda, non sono la causa di tutti i mali dell'editoria nostrana)...
E questo da luogo a uno spettacolo magnifico. New York, se non sbaglio, ha 8 milioni e passa di residenti.
Ti viede da chiederti se quello che succede al Javits Center sia minimamente percepito nel resto della città. Durante quei giorni vedi in giro donnine ignude, centauri con la parte equina gonfiabile, supereroi e quant'altro, passeggiare per le strade, da soli o a piccoli gruppetti di due, tre persone, nella completa indifferenza dei passanti. Dopotutto siamo nella città che è attaccata ogni 3 x 2 da alieni e godzilli vari. Se qualcuno va in giro così, deve essere una cosa normale. La scena più buffa, che non ho potuto fotografare, è stata quella di un ufficiale della federazione che discuteva con una pattuglia della polizia. D'altronde, Pichard de noantri, se mi parcheggi l'Enterpise in divieto di sosta, quelli te la portano via...
E comunque, da nerd, i vincitori per me sono loro...
ma soprattutto LUI!
Come avete potuto notare, tantissimi cosplayer anche qui (che, per quanto mi riguarda, non sono la causa di tutti i mali dell'editoria nostrana)...
novabbe'
E questo da luogo a uno spettacolo magnifico. New York, se non sbaglio, ha 8 milioni e passa di residenti.
Ti viede da chiederti se quello che succede al Javits Center sia minimamente percepito nel resto della città. Durante quei giorni vedi in giro donnine ignude, centauri con la parte equina gonfiabile, supereroi e quant'altro, passeggiare per le strade, da soli o a piccoli gruppetti di due, tre persone, nella completa indifferenza dei passanti. Dopotutto siamo nella città che è attaccata ogni 3 x 2 da alieni e godzilli vari. Se qualcuno va in giro così, deve essere una cosa normale. La scena più buffa, che non ho potuto fotografare, è stata quella di un ufficiale della federazione che discuteva con una pattuglia della polizia. D'altronde, Pichard de noantri, se mi parcheggi l'Enterpise in divieto di sosta, quelli te la portano via...
E comunque, da nerd, i vincitori per me sono loro...
ma soprattutto LUI!
bacini, coccole e biscottini a gogò. si può stare al gioco, sì...